"Anna Barton, questo è Roger Hughes."
"Piacere."Fu come se le presentazioni che si stavano facendo alle mia spalle avenissero in una stanza silenziosa. Ero invece nella calca della festa natalizia di un editore di giornali. Ogni anno, nella Mayfair Gallery di sua moglie, radunava il suo mondo intorno a sé in un abbraccio accattivante e pericoloso. Tutti poi venivano sciolti dall'abbraccio e precipitavano in caduta libera per il resto dell'anno, come se tutte le tribolazoni che il suo giornale avrebbe cagionato agli invitati prima del Natale successivo fossero state già perdonate.[...]La superficie rimaneva calma, ma il terreno cominciava a essermi meno fermo sotto i piedi. Stava venendo in luce una pecca tenuta nascosta per molto tempo. Un tremito mi scosse, brevissimo e quasi impercettibile, che quasi non meritava di essere notato. Ma così intenso fu il dolore che mi attraversò, che compresi di aver subito un danno vero e proprio.Non avrei saputo dire quale danno, o se mi sarei ripreso, o qianto tempo di avrebbe voluto. Basti sapere che ero meno l'uomo che ero stato e più me stesso... un nuovo e strano me stesso.[...]Rimasi lì a guardare dalla finestra nella luce della sera. Anna era adesso nella mia stanza. Svolazzava tra una stanza e l'altra, tra Ingrid e Martyn e me. Eppure non era successo niente. Proprio niente. Tranne, naturalmente,la sua presenza rivelata in queato modo.Era l'esperienza di una frazione di secondo che cambia tutto; lo scontro automobilistico; la lettera che non dovevamo aprire; il nodulo o nel petto o nell'inguine; il lampo accecante. Sul mio ordinato palcoscenico le luci erano accese, e forse finalmente io aspettavo tra le quinte."

IL DANNO, Josephine Hart